produzione



BUGLIONI Benedetto

Buglioni Benedetto
(Firenze, 20 dicembre 1461 – Firenze, 7 marzo 1521) è stato uno scultore italiano; insieme al nipote Santi Buglioni fu antagonista dei Della Robbia.

Nacque a Firenze da Giovanni di Bernardo, scalpellino, e da una Caterina.

Secondo il Vasari :

"da una donna, che uscì di casa d'Andrea della Robbia, ebbe il segreto degl'invetriati di terra".

Benedetto Buglioni si formò nella bottega di Luca e Andrea della Robbia che lo istruiscono sulle varie tecniche di smaltatura di terracotta invetriata (terracotta smaltata). Grazie a una tecnica più veloce e meno finita riuscì ad abbassare i costi della produzione di ceramica smaltata, ottenendo importanti commissioni come il fregio delle Opere della Misericordia all'Ospedale del Ceppo a Pistoia, eseguita in larga parte dal nipote Santi.

Egli usci dalla bottega per portare questa tradizionale tecnica fiorentina fuori di Firenze: è attribuibile infatti a lui lo stemma di papa Innocenzo VIII, databile negli anni fra il 1484 e il 1492, ora nelle stanze Borgia in Vaticano, mentre probabilmente dello stesso periodo è la Discesa di Cristo al Limbo, per S. Maria dei Servi (Annunziata) a Firenze. Questa è forse la sua prima opera di maestro indipendente: ne rimane solo il ricordo in un documento del 1484, nei libri del convento dei Servi.

Dal 1487 Benedetto, col fratello Francesco, fece lavori in terracotta per il duomo e per la chiesa di S. Pietro a Perugia; nel 1487 i busti di Isaia e di David per la cappella di S. Giuseppe nella cattedrale perugina; nel 1487-1488, ancora per S. Pietro, tre medaglioni, con S. Pietro, il Monogramma di Gesù e S. Benedetto e una pala con Cristo e la Samaritana. Queste opere ci sono rimaste a testimonianza della sua maniera giovanile, piuttosto pura e semplice, che già rivela in lui non solo consuetudine con le sculture dei Della Robbia, ma una certa matura esperienza di molta attività scultorea fiorentina. Resta invece solo un documento a testimonianza di una Pietà già nel palazzo dei Priori, sempre a Perugia, dove rimane circa fino al 1490. 

Il 21 agosto del 1489 sposò Lisabetta Mori.

Il Buglioni risulta tornato a Firenze nel 1504, dato che il 25 gennaio faceva parte della commissione che doveva scegliere il luogo dove collocare il David di Michelangelo. L'attività toscana lo riavvicina all'ultimo Della Robbia, Giovanni, al quale indubbiamente si ispira nella lunetta della badia fiorentina, con la Vergine e il Bambino.

Il capolavoro del Buglioni è la statua di Santa Cristina nella collegiata di Bolsena, eseguita, assieme al fratello Francesco e al nipote Santi, probabilmente fra il 1503 e il 1508: la santa giace sul suo sarcofago, delicata e armoniosamente composta nel suo dolce sonno di morte e di pace cristiana. Con ogni probabilità per la collegiata di Bolsena l'artista eseguì anche il ciborio, che, ingrandito dalla ricca ghirlanda e dalla predella, costituisce la pala d'altare: nella fuga prospettica dell'arco e nel Gesù benedicente richiama la grande tradizione della scultura fiorentina, quella legata particolarmente al nome di Desiderio da Settignano. Nella chiesa di S. Pietro a Radicofani si conserva un Crocifisso con la Maddalena che si può attribuire al Buglioni per la dolcezza di certi passaggi, per quel suo iscriversi in un paese di alberi prospetticamente studiato. Altre e numerose sono le opere attribuite all'artista, già prima considerate di Giovanni della Robbia: così la lunetta con S. Maria Egiziaca, ora conservata nel Museo dell'Opera del duomo a Firenze, dove i contorni della figura femminile e del paese sono morbidi, quasi vibranti con valore addirittura pittorico, e danno a quest'opera una labilità di visione evanescente, unica, forse, nel pur vasto campo della ceramica. È questo tutto un mondo di immagini, espressioni, sentimenti sconosciuti a Giovanni della Robbia, ben più comune divulgatore dell'industria robbiana. Ancora del Buglioni si possono con sicurezza ritenere le statuette di S. Romolo e dei suoi compagni nel duomo di Fiesole, la Madonna col Bambino sulle nubi del Bargello, lo stemma dello Spedale del Ceppo di Pistoia, che gli fu pagato il 26 marzo 1515. E per lo stesso Spedale eseguì la lunetta con l'Incoronazione di Maria, opera testimoniata da numerosi documenti di pagamento. A Benedetto si attribuisce anche il Crocifisso dell'altare maggiore di S. Miniato al Monte e, nella stessa chiesa, una Madonna adorata da due monaci. Dal 1515 al 1517 il Buglioni operò per chiese casentinesi: una Madonna col Bambino e quattro santi, per Badia Tedalda, e una Natività per le agostiniane di Poppi. Dello stesso periodo è una Santa Lucia adorata dagli angeli, per S. Lucia dei Magnoli, a Firenze. Nel 1520 eseguì, in maniera forse più stanca, nel ripetersi dei moduli e degli atteggiamenti, una Madonna e santi per l'ospedale degli Innocenti e una Madonna col Bambino in una mandorla, ornata da una ghirlanda di teste di cherubino (probabilmente parte di un complesso più grande), nel Camposanto di Pisa, assai vicina a quella del Ceppo di Pistoia, di undici anni precedente.

Il Buglioni morì nel 1521 a Firenze, lasciando erede della sua arte il nipote Santi.

Artisti contemporanei di BUGLIONI Benedetto

 

e lo depose nella propria tomba nuova, che aveva fatto scavare nella roccia. Poi, dopo aver rotolato una grande pietra contro l'apertura del sepolcro, se ne andò

Matteo (27:60)