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SANTI Giovanni

Santi Giovanni
(Colbordolo (PU) 1435 – Urbino 1494), è stato un pittore italiano.

Ricordato soprattutto come padre del più famoso Raffaello Sanzio, Giovanni Santi visse dal 1450 in poi ad Urbino, dove era andato ad abitare con la sua famiglia, lasciando la nativa Colbordolo.   Il Palazzo Ducale di Urbino, in quegli anni, sotto l'illuminata signoria di Federico da Montefeltro, ospitava pittori come Piero della Francesca, Melozzo da Forlì, Giusto di Gand e la piccola città era diventata una delle più raffinate corti del Rinascimento.   In questo clima, il Santi, che dell'ambiente era anche lo storiografo, non lasciò come pittore un'impronta determinante, ma prese risalto la sua personalità di umanista, testimoniata da quella Chronaca rimata che nel 1492 scrisse in occasione delle nozze del duca Guidobaldo ed Elisabetta Gonzaga e in onore del padre dello sposo: il duca Federico da Montefeltro.  Dal testo si desume l'acuta intelligenza del Santi, sia per i fatti artistici riportati, che per alcuni suoi giudizi sui pittori contemporanei che fanno ancora testo.   Affascinato in un primo tempo dalla luminosità di Piero della Francesca, attratto in seguito dal senso monumentale di Melozzo da Forlì e negli ultimi anni dallo stile del Perugino, l'artista assimilava con facilità e naturalezza, segno questo della debolezza dei suoi mezzi inventivi.  E' comunque il primo pittore urbinate in quanto non ne esiste un altro prima di rilevanza tale da passare alla storia.

Tra le opere che egli realizza in un arco temporale ristretto (meno di un ventennio) sono le Muse eseguite per il tempietto del Palazzo Ducale di Urbino, che danno il segno della stima del duca Federico nei riguardi del pittore. In Santi è viva la matrice fiamminga unitamente a quella veneto-padovana arricchita di volta in volta sui modelli di artisti come Melozzo da Forlì, Signorelli e Bellini con l'onnipresente influenza di Piero della Francesca. Così per la Pala di Gradara egli tiene conto di Giovanni Bellini mentre per la Pala Oliva di Montefiorentino del 1489, egli terrà a mente la superba Pala di San Bernardino di Piero della Francesca. La Pala Oliva, la tavola Madonna con Bambino in trono fra i Santi Elena, Zaccaria, Sebastiano e Rocco, commissionata dalla famiglia Buffi nel 1489 per la chiesa di San Francesco ad Urbino, e l'articolato affresco della Cappella Tiranni della chiesa di San Domenico di Cagli sono considerati i maggiori capolavori del pittore.   La Pala di Gradara e la Pala Oliva mettono in rilievo un addolcimento delle forme derivatogli dal Perugino, attenuando il rigore e la simmetria compositiva delle opere precedenti.

La sua bottega, attenta alle nuove aperture culturali, fu alquanto nota e Raffaello vi apprese i primi rudimenti dell'arte.

Artisti contemporanei di SANTI Giovanni

 

e lo depose nella propria tomba nuova, che aveva fatto scavare nella roccia. Poi, dopo aver rotolato una grande pietra contro l'apertura del sepolcro, se ne andò

Matteo (27:60)