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SASSU Aligi

Sassu Aligi
(Milano 17 Luglio 1912 - Pollença (Maiorca, 17 Luglio 2000), pittore italiano.

Aligi Sassu nasce a Milano da padre sardo e madre emiliana nel 1912. Nel 1921 la famiglia si trasferisce a Thiesi, in Sardegna, e vi rimane per tre anni, periodo breve ma fondamentale per le impressioni che permearono l'animo dell'artista. Avviene qui infatti l'incontro con i cavalli e con i colori forti del paesaggio mediterraneo.  Tornato a Milano,  si entusiasma nella lettura di riviste e testi futuristi, interesse infuso in lui dal padre, che lo portò a soli sette anni nel 1919 a visitare la prima collettiva dei futuristi al Cova. Non si tratta però del primo contatto con tale movimento, vista l'amicizia che legava il padre a Carlo Carrà e a sedici presenta le sue prime opere alla Biennale di Venezia. 
Si ispira al Futurismo di Boccioni, Previati, Carrà, ma osserva anche Cezanne e Picasso. In questi anni si affranca all'avanguardia futurista di Russolo e Prampolini. Nel 1925 è costretto dalle difficoltà economiche della famiglia ad abbandonare la scuola per lavorare come apprendista in un'officina litografica, la Pressa; l'anno dopo lavora come aiutante di un decoratore murale. Riesce però a concludere gli studi alle serali.  
Nel 1927 acquista "Pittura scultura futuriste (dinamismo plastico)" di Boccioni, artista di cui ha la possibilità di ammirare alcune opere presso Fedele Azari, che le aveva momentaneamente in custodia per un' esposizione. 
Nel 1928 fonda, insieme con Bruno Munari, il Manifesto della Pittura, prendendo come assunto la raffigurazione di forme antinaturalistiche. 
Insieme a Bruno Munari viene a sapere che Filippo Tommaso Marinetti avrebbe incontrato giovani artisti all'Hotel Corso, si presenta così portando i disegni su " Mafarka il futurista", opera di Marinetti stesso. Quella sera, durante la manifestazione, Marinetti li indica come "due giovani promesse dell'arte italiana" e nel 1928 invita Sassu a mandare due opere alla Biennale di Venezia: Nudo plastico e l'Uomo che si abbevera alla sorgente. Il 31 marzo dello stesso anno Sassu firma insieme a Munari il manifesto della pittura Dinamismo e riforma muscolare, rimasto inedito fino al 1977. 
In questi anni studia a fondo Diego Velazquez e il nudo plastico. Di questo periodo sono L'Ultima Cena, quadro che sintetizza la poetica visiva di Sassu. Votato al realismo non disdegna di rifugiarsi nel Mito, così la "sua" Ultima Cena diviene un convitto in cui Cristo è attorniato da personaggi vestiti in abiti moderni.  Nel '29 si iscrive all'Accademia di Brera; qui conosce Lucio Fontana col quale lavorerà anni dopo ad Albissola. 
Nel 1930 è a Milano dove conosce, oltre a Giacomo Manzù, Giandante X (Dante Persico) e Giuseppe Gorgerino, firma, quest'ultimo, della terza pagina dell'Ambrosiano, giornale portavoce della fronda intellettuale milanese. E' il 1934 e Sassu studia Delacroix e la Pittura di Storia al Louvre di Parigi. In questo periodo crea quello che sarà il suo "logo": il cavallo, onnipresente nelle sue opere a seguire. E' il periodo in cui, in antitesi con Novecento, nascono i Ciclisti e gli Uomini rossi
Nel 1932 espone con altri artisti presso la Galleria del Milione e, grazie all'interesse suscitato da questa mostra, viene pubblicato da Sandro Bini il primo testo sul lavoro di Sassu.
Nell'autunno del 1934 parte per Parigi e vi soggiorna per tre mesi. 
Qui visita una mostra di Matisse e studia presso i musei l'opera di grandi artisti quali Gericault, Cezanne, gli impressionisti, ma soprattutto Delacroix, di cui legge i diari presso la biblioteca Sainte Geneviève. 
Questo primo viaggio a Parigi conferma in Sassu il suo grande amore per la pittura dell'Ottocento francese e gli lascia negli occhi la luce dei numerosi caffè che diverranno tema da lui spesso frequentato. 
I soggetti sono ora tratti dalla realtà nei suoi risvolti sociali e dal mito, spesso da leggere in chiave simbolica. 
Alla data del 1935 forma il Gruppo Rosso con, fra gli altri, Nino Franchina e Vittorio Della Porta. Nel 1936 firma uno dei suoi quadri più celebri, Il Caffè, che è Il Coupole di Parigi. 
Tornato in Italia, a Milano, ed entrato in contatto con Renato Guttuso e Raffaele De Grada, dipinse la Fucilazione delle Asturie (1935, collezione M. Medina, Milano) e partecipò al movimento di "Corrente". lo stesso anno dipinge Fucilazione nelle Asturie, considerato uno dei rari quadri eseguiti in favore della Resistenza. In occasione della sconfitta delle truppe di Mussolini nella battaglia di Guadalajara, prepara insieme a De Grada un manifesto che inneggia all'insurrezione, persuaso che si potesse sollevare anche in Italia. Di questo periodo fervidissimo è anche la serie de I Concilii, sarcastica rappresentazione del clero romano. Nel 1937 per via di un manifesto che celebra la vittoria in Spagna delle Brigate Internazionali contro l'esercito franchista viene arrestato per due anni. Durante la guerra dipinse crocifissioni e soggetti legati all'impegno politico, ad esempio I martiri di piazzale Loreto (1944, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma).  Nel dopoguerra vive un'esistenza sociale e artistica appartata poiché lontano dal cubismo di Braque e Picasso. Studia invece Vincent Van Gogh e si reca nella terra di suo padre.  Negli anni cinquanta realizza affreschi e mosaici per edifici pubblici (chiesa del Carmine a Cagliari, 1957), scenografie peril Teatro alla Scala di Milano (La giara e Camen) e per il Teatro Massimo di Palermo (El amor brujo).
In Sardegna dedica diverse opere alla vita rurale e marittima isolana, le celebri Tonnare, e studia la pittura murale, da Masolino da Panicale a Piero della Francesca, sino al francese Puvis de Chavanne e ai muralisti messicani, Riveira e Orozco
Nel 1963 si trasferisce nell'arcipelago delle Baleari spagnole, a Cala San Vicente, nell'isola di Maiorca, nel villaggio di Pollença. 
Del 1967 è il ciclo della Tauromachie, presentate dal poeta spagnolo Rafael Alberti. Il rosso diviene il suo colore preferito ("Il rosso è il suo Barocco", disse di lui il critico Raffaele Carrieri). 
Nel 1976 lavora agli affreschi di Sant'Andrea a Pescara. Questi sono gli anni in cui sperimenta nuove tecniche, dove miscela la tradizione con l'innovazione, come ne I Moti Angioini, un'opera composta con silicone e tempera, dedicandosi inoltre alla scultura e all'incisione. 
Negli ultimi anni esegue anche quadri prendendo spunto dal mondo del Calcio. In seguito affiancò alla pittura opere di scultura e decorazioni murali (a ceramica e a mosaico), illustrazioni di libri come i Promessi sposi (1983) e la Divina commedia (1986).  La sua ultima esposizione è stata ad Aosta. 
Nel 1972 ha sposato il soprano colombiano Helenita Olivares, conosciuta nel '59 ad Albisola. Nel '96 ha donato alla città di Lugano 362 opere che formano oggi il nucleo della Fondazione Aligi Sassu ed Helenita Olivares. 
Il 14 dicembre del 2005 il Capo dello Stato, Prof. Carlo Azeglio Ciampi, ha conferito al Maestro il diploma di benemerenza di I classe (Medaglia d’oro) per la scuola, cultura ed arte per l’anno 2005. Tale conferimento è accordato a persone che abbiano acquistato titoli con opere di riconosciuto valore nel campo dell’Educazione, della Scuola, dell’Università e Ricerca e, più in generale, nella diffusione ed elevazione della cultura. 
Muore all'età di 88 anni, nella sua villa di Can Marimon sull'isola di Pollença, a Maiorca, dove aveva cominciato a risiedere fin dal 1963, il giorno del suo compleanno, il 17 di luglio del 2000.

Artisti contemporanei di SASSU Aligi

 

Nel luogo dov'egli era stato crocifisso c'era un giardino, e in quel giardino un sepolcro nuovo, dove nessuno era ancora stato deposto.

Giovanni (19:41)