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CASOLANI Alessandro detto DELLA TORRE Alessandro

CasolaniAlessandro dettoDellaTorreAlessandro
(Mensano, 1552 – Siena, 1607) è stato un pittore italiano.

Allievo di Alessandro Salimbeni (detto Ventura) e Cristoforo Roncalli (detto Pomarancio), il Casolani è un tipico rappresentante del manierismo accademico della seconda metà del XVI secolo.  Risentì pure l'influenza del Barocci e in alcuni dipinti anche del Veronese.   Oltre che in patria fu attivo a Genova, Pisa e Napoli, ma di questa molteplice attività non rimangono documenti.   Piacque molto ai contemporanei e la sua firma arrivò fino a Pavia dove fu chiamato per affrescare, verso il 1600, insieme col Sorri, la cupola della Certosa e la volta della sacrestia nuova oltre alla cappella Bottigella nella chiesa di San Tommaso.   Le sue opere maggiori sono però conservate in Siena: qui affrescò alla fine del Cinquecento la Torre del Mangia (traendone il suo soprannome) con figure allegoriche rappresentanti il Giorno e la Notte, la Giustizia e il Tempo; lavorò nella Basilica di San Francesco (1583), nella quale troviamo una sua pala nel lato sinistro della navata;  nella Basilica di San Domenico, nella parete sinistra della navata, troviamo lo Sposalizio mistico di santa Caterina d'Alessandria mentre alla parete destra troviamo quella che è considerata il capolavoro di quest'artista ed anche la migliore tela senese del periodo, la Natività della Vergine (1585), come pure il Martirio di San Bartolomeo (1604) della chiesa del Carmine; infine altre due opere, una nella chiesa dei santi Quirico e Giulitta (1589) e il Presepe nella Basilica di San Clemente in Santa Maria dei Servi.

In Casole Val d'Elsa, nella Collegiata di Santa Maria Assunta, si riscontra la tela raffigurante la Pietà e i Santi Andrea e Niccolò, datata 1586 (foto).

L'artista fu celebrato da critici e storici dell'età del Barocco e anche da quelli dell'età neoclassica.   Un certo vigore si nota nei disegni preparatori, ma nelle opere compiute questo iniziale slancio si spegne.

Artisti contemporanei di CASOLANI Alessandro

 

e lo depose nella propria tomba nuova, che aveva fatto scavare nella roccia. Poi, dopo aver rotolato una grande pietra contro l'apertura del sepolcro, se ne andò

Matteo (27:60)