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FERRARI Gaudenzio

Ferrari Gaudenzio
(Valduggia, Valsesia 1475-1480 – Milano, 31 Gennaio 1546) è stato un pittore, plasticatore, architetto e scultore italiano.
E' il maggior pittore piemontese del Cinquecento. 

Le notizie sulla prima formazione sono scarse: figlio del magister Lanfranco originario di Vinci (Vinzio), a detta del Lomazzo il suo apprendistato si svolse presso Stefano Scotto, com il quale fu attivo in un itinerario che toccava tutta l'area lombardo-piemontese, in un giro di botteghe che univa diverse specializzazioni.

Le prime sue tracce si hanno verso il 1493, nella Cappella del S. Sepolcro al Sacro Monte di Varallo Sesia, in due coppie di angeli in preghiera affrescati, dai toni bramantiani, dei quali il gesuita e storico dell'arte Luigi Antonio Lanzi, nel suo Storia pittorica della Italia, dice "meglio che i corpi ritraeva gli animi" e successiva è la tavola della Crocifissione al Museo di Varallo.   Fondamentali per l'ultimo decennio del secolo furono il rapporto con il Bramantino e il primo viaggio in Italia centrale, a Roma soprattutto, dove studiò le opere di Perugino, Lippi, Signorelli, Pinturicchio. Verso il 1505 l'artista compì una decorazione murale al Convento delle Grazie, ma ne restano soltanto quattro frammenti  (Museo di Varallo), mentre invece i frutti del soggiorno centro-italiano si possono cogliere dagli affreschi della cappella di Santa Margherita in Santa Maria delle Grazie di Varallo (1507), nella decorazione a grottesca esemplata da modelli signorelliani e nella monumentalità delle architetture nella Disputa del tempio, di ispirazione romana.   Nel luglio 1508 viene incaricato di dipingere il polittico di Sant'Anna par la Confraternita di Vercelli, oggi diviso tra Londra e Torino, in cui il Padre eterno del registro superiore è dipendente da quello realizzato da Perugino nel polittico per la Certosa di Pavia.    Il primo ciclo d'affreschi completamente superstite è del 1513 e comprende ventuno Storie di Cristo, del 1513, collocate alle Grazie di Varallo; da questi emergono spunti dal Bergognone, mentre suggestioni dal Pinturicchio e dal Perugino, Bramantino e Leonardo si fondono con richiami al Dürer.   L'ultima testimonianza superstite del Santuario è la cappella del Corteo dei Magi, compiuta poco prima del trasferimento dell'artista a Vercelli (1527-1528).   Tra le opere vercellesi è interessante le risistemazione della chiesa di San Cristoforo, con il coro e la pala della Madonna degli aranci (1530 circa), nelle quali presenta una straordinaria coesione stilistica e poetica, composta su citazioni da Dürer con spunti autonomi che ricordano la naturalezza di Lorenzo Lotto.    Nel 1537 è documentato il suo trasferimento a Milano, dove risulta tra i collaboratori alla fabbrica del Duomo.    Anche se le notizie biografiche su questi anni scarseggiano, è certo che svolse un'intensa attività, condotta con l'aiuto di collaboratori.   Per la cappella Gallarati in Sant'Angelo Vecchio dipinse nel 1540 il Martirio di Santa Caterina (Milano, Pinacoteca di Brera) e un ciclo di affreschi perduti.   Sul finire della vita accettò l'incarico di eseguire l'Ultima cena per Santa Maria della Passione: ricollocando la figura del Cristo al centro e aprendo alle sue spalle una finestra, realizzò di architetture di ascendenza ancora bramantina.   E' nota anche la sua produzione di disegni, che però necessita di un catalogo critico che faccia luce sulle opere autografe e quelle dei collaboratori.

Artisti contemporanei di FERRARI Gaudenzio

 

E andate presto a dire ai suoi discepoli: «Egli è risuscitato dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete». Ecco, ve l'ho detto.

Matteo (28:7)