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SUARDI Bartolomeo detto BRAMANTINO



Bramantino, soprannome di Bartolomeo Suardi
(Milano 1465 - 1530), pittore, architetto italiano.

Fu allievo del Bramante, da cui trasse il soprannome, ma nei suoi dipinti è anche riscontrabile l'influsso di artisti come Foppa e Squarcione. Le scarse testimonianze cronologiche della sua opera rendono difficile stabilire con precisione le tappe del suo percorso.
Sappiamo tuttavia con certezza che nel 1503 il suo nome comparve per la prima volta negli annali della fabbrica del Duomo di Milano e che nel 1508 si recò a Roma, dove studiò i monumenti antichi  e lavorò ad affreschi (perduti) nelle Stanze vaticane, e con ogni probabilità poté ammirare "La scuola di Atene" di Raffaello, come si deduce dalla precisa struttura architettonica dei suoi dipinti.    Ad un primo periodo appartengono opere come la Madonna che allatta il Bambino (1485 ca "Museum of Fine Arts" di Boston), la Pietà di Sansepolcro e il Cristo, nelle quali i personaggi appaiono piuttosto legnosi e con panneggi rigidi.
Lavorò per la famiglia Trivulzio, per la quale lascia l'unico suo edificio rimasto, la cappella funeraria di Gian Giacomo Trivulzio (1519 - San Nazaro, Milano), a pianta centrale e per gli Sforza, per i quali svolse incarichi sia di ingegneria militare sia di architettura, mentre nel 1525 fu nominato da Francesco II "architectum et pictorem nostrum, familiarem et curialem".
Gli appartengono opere come L'adorazione dei Magi (1510 - National Gallery, Londra), dove il pittore dimostra di aver assimilato le esperienze romane dipingendo panneggi più morbidi, composizioni più equilibrate il cui sfondo è rappresentato da monumentali architetture.  Questo è evidente anche nella Madonna con Santi la quale risente degli influssi della pittura del Perugino. Altre opere sono: San Giovanni Evangelista, la Crocifissione (1520 - Pinacoteca di Brera, Milano) e la Pentecoste.

Artisti contemporanei di SUARDI Bartolomeo

 

come i capi dei sacerdoti e i nostri magistrati lo hanno fatto condannare a morte e lo hanno crocifisso.

Luca (24:20)