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CINCANI Bartolomeo detto il Montagna

CincaniBartolomeo detto ilMontagna
(Orzinuovi, 1449/1450 – Vicenza, 1523) è stato un pittore italiano, cittadino della Repubblica di Venezia.
Proveniva da famiglia originaria da Orzinuovi (Brescia), residente daprrima in provincia di Vicenza e successivamente nel capoluogo. 
Una sintesi cronologica lo documenta a Venezia nel 1469, operoso nella bottega di Giovanni Bellini, quindi nel 1474 ed anni seguenti a Vicenza come pittore, dove riceve l’incarico di eseguire, insieme con un modesto artista locale, Gianfrancesco de Somajo, un polittico per la cattedrale; ma, intorno a quest’opera, null’altro sappiamo, né conosciamo la sorte delle due pale, commissionate a lui personalmente, nel 1478 per la Chiesa di Piovene, e nel 1481 ancora per la Cattedrale vicentina.  Nel 1482, lo ritroviamo nuovamente a Venezia, dove lo attendevano le novità lasciate dal passaggio di Antonello da Messina in laguna, città nella quale si trovò impegnato a dipingere i teleri con le Storie della Genesi per la Scuola di S. Marco, che andarono perduti. Bartolomeo svolse tuttavia la sua attività prevalentemente a Vicenza, dove, tra il 1494 e il 1499, firmò la pala di San Sigismondo o pala Squarzi per la chiesa di S. Michele (ora a Brera), una grande ancona su ordinazione del Cardinal Zeno, purtroppo perduta, una Madonna col Bambino fra sante e la pala di San Bartolomeo (Museo Civico), tavolette, minori pale d’altare, e infine, ai SS. Nazario e Celso (1504-06, Verona) e nel Palazzo vescovile padovano, cicli di affreschi e la pala di Cristo tra i Santi Sebastiano e Rocco per la chiesa di S. Rocco (1507, Venezia, Gallerie dell'Accademia).  Sempre del primo decennio del secolo, riscontriamo la Pietà con i santi Pietro, Giovanni Evangelista e Maddalena (foto), un affresco staccato del 1500 che ritroviamo presso il Santuario di Monte Berico, a Vicenza, un Cristo portacroce (foto) del 1505 circa, conservato a Palazzo Chiericati, ancora nella città Berica e una Pietà (foto) degli inizi del secolo, presso la Chiesa di Sant'Antonio Abate, a Marostica (VI). Dopo un silenzio di qualche anno (è il momento drammatico della guerra della Lega di Cambrai), nel 1512 il Montagna è invitato per la sua “celebratissima fama”, a dipingere nella Scuola padovana del Santo, accanto al giovanissimo Tiziano della cui opera, di un anno precedente la sua egli tenne conto, sia pure risolvendola in chiave provinciale, per il riquadro lì eseguito a fresco (la Ricognizione del corpo del Santo).  Questa esperienza con il pittore cadorino fu troppo fugace perchè ne lasciasse un impronta indelebile nello stile di Bartolomeo, che, negli estremi anni, ancora alla ricerca di una valida risposta ai suoi dubbi, si rivolse alfine verso una forma di classicismo canonico, di rispetto ai valori sicuri della pittura veneziana del Quattrocento, documentato circa tre anni dopo, sempre a Padova, nella pala della Sacra conversazione per la chiesa di Santa Maria in Vanzo, firmata “opus bartolomei montagna” sopra un cartellino attaccato ad una mela sul pavimento.

Da questo momento l'opera di Bartolomeo Montagna, sia pure con qualche sobria parentesi memore del migliore passato, non ha più nulla da dire.

Artisti contemporanei di CINCANI Bartolomeo

 

Poi, dopo averlo crocifisso, spartirono i suoi vestiti, tirando a sorte;

Matteo (27:35)