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GIOVANNI da Fiesole, al secolo Guido di Pietro Trosini detto BEATO ANGELICO

BeatoAngelico, soprannome diFràGiovanni daFiesole al secoloGuido diPietro Trosini
(Vicchio di Mugello 1400 circa - Roma 1455), pittore italiano.

Non si conosce nulla della sua formazione, le sue prime opere di pittura sono andate perdute; fu anche un miniatore, tra le sue realizzazioni c'è la Madonna dei Domenicani del Messale numero 558 del museo di San Marco. Dell'attività giovanile restano probabilmente il Trittico di San Pietro martire e la Madonna con Bambino e santi, entrambe al museo di San Marco a Firenze.
Caratteristica delle opere dell'Angelico è il cromatismo delicato e l'uso di una illuminazione piena; nelle sue prime opere aderisce evidentemente all'arte di Masaccio, come nel dipinto l'Imposizione del nome del Battista, successivamente ritorna a forme più arcaiche, anche se con molta probabilità egli segue questi due orientamenti a seconda delle opere da realizzare e a seconda dei committenti, proprio in questo equilibrio tra passato e presente sta il segreto della sua arte.
L'affresco del Crocifisso del Capitolo, tra le opere realizzate del Beato per il suo Convento, è l'unica che si trovi ancora nel luogo originale, cioè nella sala dell'antico Capitolo di San Domenico a Fiesole. Per motivi non ben conosciuti il dipinto, in un periodo non precisato, fu ricoperto con la calce, e così rimase fino al 1881, quando fu riscoperto e liberato dallo strato che lo nascondeva. Complessivamente l'affresco è in buono stato, ma la gamma dei colori è stata compromessa ed è problematico immaginarsi i colori originali.  La datazione dell'affresco è incerta: alcuni studiosi la fanno risalire ai lavori di completamento del refettorio e del capitolo (1432-1434); altri studiosi, credendo di ravvisare l'influenza di Masaccio nella raffigurazione del volto del Cristo (reso di fronte e di scorcio), fanno rimontare il dipinto ad una fase più giovanile (1425-1430).  Un'altro punto di divergenza fra gli studiosi è lo stato del Cristo: ancora vivo o già morto? Il P.Lodovico Ferretti, per esempio, opta per la seconda interpretazione, mentre il P. Stefano Orlandi per la prima. Se è vera la seconda, allora questo crocifisso è un unicum nella produzione dell'Angelico, perché in tutte le altre raffigurazioni (circa 40) il Cristo crocifisso è vivo.
Prima della realizzazione degli affreschi del convento di San Marco a Firenze che avvenne tra il 1438-1446, l'Angelico esegue alcune opere considerate suoi capolavori: L'incoronazione che oggi si trova al Musèe du Louvre, la Deposizione di Santa Trinità e il Trittico di Perugia, questi ultimi oggi al museo di San Marco. Nell'Incoronazione sono rappresentate una serie di figure inginocchiate davanti ad una scala, in cima alla quale avviene la rappresentazione dell'incoronazione, che danno profondità all'intera scena, alcune di queste figure sono poste di spalle e questo rappresenta una novità per la pittura del tempo dove prima di lui solo Masaccio, nel dipinto della Crocifissione, rappresenta la Maddalena posta di spalle.
Nella Deposizione di Santa Trinità, nonostante la cornice ancora gotica egli realizza un paesaggio nel quale immette i suoi personaggi ordinati secondo una composizione studiata ed equilibrata. Sullo sfondo c'è la rappresentazione di una città entro le sue mura forse identificata con la città di Cortona.
Nella predella del Trittico di Perugia del 1437, sono visibili alcune delle più belle scene rappresentate dall'artista come per esempio nella Nascita e Vocazione del Santo, nelle quali è evidente il gusto per il racconto fiabesco e fantastico.
Tra il 1438 e il 1446 realizza gli affreschi per il convento di San Marco che aprono una nuova fase nello sviluppo del suo stile pittorico, caratterizzata da un maggiore austerità e un maggiore misticismo delle atmosfere nelle sue pitture, avvalendosi di composizioni semplificate, esemplare è la tavola rappresentante il Giudizio Universale. Tra gli affreschi del convento vi sono: Il Crocifisso la Trasfigurazione e San Domenico che si trova nel chiostro e la bellissima Annunciazione all'entrata del dormitorio.
L'atmosfera che pervade questo celebre dipinto è serena, pacata, dolce, le figure dell'angelo e della Vergine sono ambientate in un porticato che richiama evidentemente quello del convento stesso, non aderendo però fino in fondo al realismo masaccesco, prediligendo la contemplazione divina piuttosto che la rappresentazione delle cose terrene.
L'artista nel 1446 è a Roma dove per Papa Eugenio IV affresca una cappella in Vaticano che oggi è andata perduta, successivamente a Orvieto inizia la decorazione della cappella di San Brizio nel Duomo, ancora dopo verrà richiamato a Roma dove decora per Papa Niccolò V la cappella Niccolina raffigurando le Storie di Santo Stefano e San Lorenzo. Prima del 1449 esegue anche i dipinti per gli sportelli degli armadi della Santissima Annunziata che oggi si trovano al museo di San Marco. Il Beato Angelico morirà a Roma nel 1455.

Artisti contemporanei di GIOVANNI da Fiesole, al secolo Guido di Pietro Trosini

 

Quando dunque fu risorto dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che egli aveva detto questo; e credettero alla Scrittura e alla parola che Gesù aveva detta.

Giovanni (2:22)