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PIPPI Giulio detto Giulio Romano

PippiGiulio dettoGiulioRomano
(Roma, 1492 o 1499 - Mantova, 1 novembre 1546), è stato un pittore e architetto italiano, importante e versatile personalità del Rinascimento e del Manierismo.
Allievo prediletto di Raffaello e suo erede insieme al Penni, Giulio Pippi de' Jannuzzi, o Giannuzzi, detto Giulio Romano nacque a Roma probabilmente nel 1499, stando all'età di quarantasette anni riportata in un documento dell'Ospedale della Sanità a Mantova, dove morì nel 1546, diversamente da quanto indicato dal Vasari (1492) e questo dato sottolinea la precocità artistica di Giulio, che ebbe una formazione ricca di studi letterari e filosofici, con una particolare attenzione all'archeologia romana.

Iniziò la sua collaborazione con il maestro urbinate intorno al 1515 e collaborò alla realizzazione di alcuni quadri (probabilmente alla Sacra famiglia di Francesco I ora al Louvre di Parigi; per la parte inferiore, alla Trasfigurazione dei Musei Vaticani) e in tutti i grandi cicli di affreschi; in particolare va riconosciuta la sua mano nella stanza vaticana dell'Incendio di Borgo (1514-1517) e in sette storie bibliche delle Logge vaticane, oltre alla realizzazione del Ritratto di Giovanna d'Aragona (1518 circa, Parigi, Louvre) che il maestro affidò all'allievo, testimonianza dell'alta considerazione di cui Raffaello godeva.  L'intervento di Giulio in questi anni si intensifica e poi si estenderà nel periodo successivo alla morte del maestro (1520), del quale sappiamo che ebbe una vita intensa, ma molto breve. Precedenti a tale data appartengono un gran numero di opere, molte delle quali (in passato) furono assegnate al maestro di Urbino: il San Giovanni Battista (1517-1518 circa, Firenze, Uffizi), la Madonna con il Bambino e San Giovannino detta "Madonna Novar" (1518-1520 circa, Edimburgo, National Gallery), la Madonna col Bambino detta "Madonna Hertz" (1520 circa, Roma, Galleria Barberini), la Madonna della quercia e la Madonna della perla (entrambe 1520 circa, Madrid, Prado). 

Nel periodo intorno al 1518 sono documentati i suoi primi disegni di architettura, in particolare di studi di angoli per il Palazzo Branconio dell'Aquila che Raffaello progettò per farne dono a un amico lasciando allo stesso Giulio la piena libertà nella creazione del cortile interno, oltre a Villa Madama, Villa Lante al Gianicolo per Baldassarre Turini da Pescia (1518-1527), Palazzo Maccarani Stati (1521-1524), il Palazzo Adimari Salviati (dal 1520), dove compendia in maniera sobria e raffinata i dettami della poetica peruzziana e bramantesca. 

Dal 1520 l'artista, divenuto responsabile della scuola, si giova di moltissimi collaboratori, cui affida, per esempio, la decorazione, su suoi disegni, della stanza di Costantino in Vaticano ed alcuni di costoro lo seguiranno anche a Mantova nel 1524.  Tra le opere più significative del periodo che precede il suo trasferimento a Mantova, ci sono da ricordare alcuni ritratti: Giovane donna (Strasburgo, Musée des Beaux Arts), Giovane Alessandro de' Medici (Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza) e delle pale d'altare: Cristo in gloria con quattro santi (Parma, Galleria Nazionale), Lapidazione di Santo Stefano (Genova, Santo Stefano), Sacra conversazione detta "pala  Fugger" (Roma, Santa Maria dell'Anima), Circoncisione (Parigi, Louvre), la Madonna della gatta (Napoli, Museo di Capodimonte), Donna allo specchio (Mosca, Museo Puškin delle belle arti), Due amanti (San Pietroburgo, Ermitage).

Nella città di Virgilio, Giulio fu invitato, come artista di corte, da Federico II Gonzaga, al quale era stato indicato fin dal 1521 da Baldassarre Castiglione, letterato e suo ambasciatore a Roma. Nonostante la prestigiosa carriera avviata a Roma, accettò l'invito dopo lunghe insistenze e dopo aver completato i lavori lasciati incompiuti da Raffaello, per raggiungere la città lombarda nel 1524.   L'anno successivo l'artista inizia il palazzo del Tè, residenza di svago per la corte, nella cui architettura tutti i temi cari al manierismo si enunciano con grazia e fermezza, sciogliendo in pura fantasia le numerose componenti culturali.

Giulio operò moltissimo d'architettura e pittura, anche nella reggia gonzaghesca (purtroppo ne restano testimonianze lacunose), in chiese mantovane e del circondario (ricostruzione del duomo dal 1545 alla morte, conducendo i lavori fino all'innalzamento delle cinque navate con il transetto), in abitazioni private (la sua propria casa, riattata architettonicamente e decorata, denominata oggi la casa di Giulio Romano).  Le pitture autografe più tarde - si citano per esempio le superstiti tele del ciclo dell'Infanzia di Giove, ora in collezioni straniere - rivelano che la maniera dell'artista si è fatta più vibrante e sottile, i colori più liquidi e delicati: in fase, quindi, di positiva evoluzione, mentre come architetto va ripiegando, involvendosi, su forme rigide, come testimonia la trasformazione del duomo medioevale, nel quale predomina una ricca decorazione a stucco e una impostaione architettonica ancora memore delle grandi costruzioni romane. 

Quando Vasari gli fece visita nel 1541, trovò un uomo ricco e potente, tanto che il suo status gli consentì di realizzare per sé un palazzo nel centro di Mantova. Nel 1546 la morte gli impedì di ritornare a Roma per divenire primo architetto della fabbrica di San Pietro. Fu sepolto nella chiesa di San Barnaba e la sua tomba fu profanata e dispersa durante la ristrutturazione conclusasi nel 1737.

Artisti contemporanei di PIPPI Giulio

 

E, trattolo giù dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo mise in una tomba scavata nella roccia, dove nessuno era ancora stato deposto.

Luca (23:53)