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BAROCCI Federico detto il Fiori

BarocciFederico detto ilFiori
(Urbino 1535 - 30 settembre 1612), pittore italiano.

Federico Barocci (o Barozzi) nasce ad Urbino da una famiglia di artisti e artigiani di orologi di origini lombarde.    La sua formazione è poco nota, ma è certo che le collezioni e le opere della corte urbinate potevano offrirgli numerosi spunti e che sarà per lui fondamentale la conoscenza di Correggio, della pittura veneta e di Annibale Carracci: il Martirio di San Sebastiano (1558, Urbino, duomo) mostra già una sicurezza di confronto con i modelli di cui si è detto. Il suo stile elegante lo fa ritenere un importante esponente del Manierismo italiano e dell'arte della Controriforma. È considerato uno dei precursori del Barocco.

Ancora giovanissimo, tra il 1550-1555 realizza una Santa Cecilia (Urbino, duomo) che anticipa lo stile che poi consoliderà col suo soggiorno a Roma nel 1555 (protetto da Giulio Feltrio della Rovere) laddove la sua carriera fu rapida, in quanto ispirata dalle opere del Raffaello più tardo (dall'Incendio del borgo in avanti), ammirata da un ormai anziano Michelangelo e consigliata da Taddeo Zuccari: suo e sempre presso il duomo di Urbino il Martirio di San Sebastiano (1557-1558).    L'abbandono di Roma e del suo ambiente artistico è una fuga verso l'isolamento assoluto nella sua Urbino, paragonabile a quello del Bronzino a Firenze o di Ludovico Carracci a Bologna.  La sua prima opera impegnativa è la Deposizione (foto) (Perugia, Cattedrale di San Lorenzo), commissionata nel 1567 e ultimata nel 1569, nella quale si legge un vasto ambito culturale che va da Raffaello al Manierismo maturo.   Commissionata nel 1574-1575 da Antonio Brancaleoni, conte di Piobbico, ammiriamo a Londra (National Gallery) la Madonna del gatto, un ripensamento sul Raffaello e sulla sua Vergine della quercia (Madrid, Museo del Prado) che lascia emergere la cifra personale nella rappresentazione del tema affettivo, presentato in una qualità alta, spirituale, sebbene approcciata con un linguaggio medio, giornaliero.  Le opere degli anni ottanta propongono una nuova attenzione alla disposizione delle figure nello spazio, tradotte nella diagonale della Sepoltura di Cristo (1582, Senigallia, chiesa di Santa Croce, (foto)), o nel vortice centrale del Martirio di San Vitale (1583. Milano, Pinacoteca di Brera).    Negli stessi anni è attivo a Loreto, dove realizza - per la cappella dei duchi di Urbino - un'Annunciazione (1582-1584, Roma, Pinacoteca Vaticana) da lui tradotta in incisione, con una grande capacità di veicolare la pittura attraverso l'utilizzo del bulino e acquaforte.  Altri capolavori dell'artista li riscontriamo ne La chiamata di Sant'Andrea (Bruxelles, Musei reali delle Belle Arti del Belgio,  1583-1586), il Noli me tangere (Monaco di Baviera, Alte Pinakothek), del quale esiste una variante autografa dello stesso soggetto, ma di dimensioni più contenute (foto), alle Gallerie degli Uffizi di Firenze (1590 circa), il Ritratto di Monsignor Giuliano della Rovere (Vienna, Kunsthistorisches Museum - Gemaldegalerie, 1595 circa), il Commiato di Cristo dalla Vergine (Chantilly, Musée Condé, 1610 circa).

La fase tarda della sua produzione è caratterizzata da ripiegamenti in chiave manieristica, evidenti in composizioni affollate come L'ultima Cena (1599, Urbino, Duomo, (foto)) o nell'incompiuto La sepoltura di Cristo (Bologna, Pinacoteca Nazionale, (foto)).

Artisti contemporanei di BAROCCI Federico

 

come i capi dei sacerdoti e i nostri magistrati lo hanno fatto condannare a morte e lo hanno crocifisso.

Luca (24:20)