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CISERI Antonio



Antonio Ciseri
(Ronco-Ascona Canton Ticino 1821 - Firenze 1891), pittore italo-svizzero.

Antonio Ciseri nacque nel 1821 a Ronco sopra Ascona in una famiglia di artisti soliti a emigrare in Toscana. Già nel 1833 raggiunse il padre a Firenze, dove frequentò botteghe artistiche ricevendo i primi rudimenti artistici da Ernesto Buonaiuti, poi si formò all'Accademia delle Belle Arti, dove fu allievo di Pietro Benvenuti e Giuseppe Bezzuoli. Il successo che le sue prime opere si meritarono indussero il Ciseri a stabilirsi a Firenze, pur mantenendo col Ticino legami professionali e affettivi. Professore e in seguito direttore presso l'Accademia fiorentina, Ciseri creò pure una sua scuola artistica.
Nominato nel 1852 professore per l'insegnamento superiore dell'Accademia, di cui fu direttore pro tempore tra il 1874 e il 1875, nel 1868 divenne membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione. La sua pittura presta particolare attenzione all'osservazione del vero, il disegno è raffinato, la gamma dei colori essenziale.
Fu autore di dipinti di carattere storico-religioso e ritrattista assai ricercato.  Le sue opere nascono da un lavoro attento e faticoso: ne sono testimonianza gli studi preparatori, i bozzetti, i disegni. Superato l'influsso romantico, Ciseri mostra un'attenzione crescente verso il naturalistico, pur mantenendosi all'interno di una cultura accademica, ben illustrata dalla sua grande capacità formale, riconosciuto come artista di fama internazionale, è considerato il principale esponente della pittura religiosa del XIX sec. nel Ticino. Tra i suoi capolavori, Il martirio dei Maccabei, (1853-63) eseguito per la chiesa fiorentina di Santa Felicita, il Trasporto di Cristo al sepolcro, destinato al Santuario della Madonna del Sasso a Orselina, (1864-70), e l'Ecce homo, (1870-91) opera in cui trovano equilibrio espressività, attenzione naturalistica, luminosità e trasparenza del colore.
Ciseri morì a Firenze nel 1891.

Artisti contemporanei di CISERI Antonio

 

E, trattolo giù dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo mise in una tomba scavata nella roccia, dove nessuno era ancora stato deposto.

Luca (23:53)