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CAMPI Antonio

CampiAntonio
(Cremona 1524-1587) è stato pittore, incisore, architetto e scultore italiano.

Antonio Campi è stato un pittore, incisore e architetto italiano, figlio di Galeazzo Campi e fratello di Giulio Campi e Vincenzo Campi, una nota famiglia di artisti attiva tra Cremona e Milano.
Allievo probabilmente del fratello maggiore Giulio, col quale ebbe modo di collaborare in molte opere, Antonio si mise in mostra con una pala d'altare per la chiesa di Sant'Ilario a Cremona datata 1546. Da subito il suo stile mostrò influssi di Giulio Romano e Parmigianino, ma anche di Primaticcio, come è evidente anche dai dipinti eseguiti insieme al fratello Giulio per la loggia di Brescia (1549).
Nel 1550 circa collaborò, sempre con il fratello Giulio, alla decorazione del palazzo Pallavicino a Torre Pallavicina, eseguendo raffinati e coloratissimi dipinti mitologici.
Va datato in questi anni il primo soggiorno a Milano, dove cominciò a decorare la chiesa di San Paolo Converso con il ciclo di affreschi del presbiterio (1564) e dipinse una bella pala (la Resurrezione di Cristo) per Santa Maria presso San Celso. Fu in questi anni che la pittura di Antonio Campi cominciò a caratterizzarsi con quel tono drammatico e spettacolare che gli avrebbe procurato le simpatie di un campione della controriforma come l'arcivescovo Carlo Borromeo. Tra le opere milanesi più avanzate si segnalano il trittico (con la Morte della Vergine) nella chiesa di S. Marco (del 1577; oggi nel piccolo museo annesso alla chiesa) e le due tele della cappella Gallarati a Sant'Angelo (1583-1584), nella chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore l'Adorazione dei Magi e la decorazione della volta a botte della chiesa di San Paolo, con una spettacolare quadratura prospettica e le figure di Cristo, della Vergine e degli Apostoli visti da uno scenografico sottoinsù, quasi una premonizione della pittura barocca, eseguita in collaborazione col fratello Vincenzo; mentre il Palazzo del Senato disponeva di una pala per la propria cappella con la Pentecoste.
Con Antonio Campi, la pittura cremonese acquista nuova vitalità, fatta di richiami naturalistici e di un sapiente luminismo. Dell'artista si possono vedere la Pietà (1566) nella Cattedrale, la Decollazione di Giovanni Battista, in San Sigismondo, nella quinta cappella a sinistra, opera che mostra già il caratteristico chiaroscuro marcato, dato da una forte fonte di luce che, secondo Roberto Longhi costituirà un precedente imprescindibile per la pittura di Michelangelo Merisi da Caravaggio.
Questi anni furono molto intensi e costellati di opere: numerosissimi affreschi (il chiostro della chiesa di San Sigismondo e in San Vittore a Meda) e tele (Sacra conversazione, oggi a Brera; la Decollazione del Battista per San Paolo Converso; Adorazione dei pastori per Santa Maria della Croce a Crema).
A Napoli, nella Basilica Palatina di San Francesco di Paola, tra la prima e la seconda cappella vi è la sacrestia, ove si può ammirare una Circoncisione del 1586.
Su incarico di Filippo II di Spagna decorò, insieme ad altri artisti, il palazzo dell'Escorial, voluto dallo stesso sovrano e ultimato nel 1584. Negli affreschi come nei dipinti (San Gerolamo, Prado, Madrid) Antonio Campi adottò uno stile pittorico caratterizzato da una meditata costruzione compositiva e da una straordinaria resa degli effetti luminosi: il naturalismo della sua arte, in certa misura consonante con le opere dei contemporanei bresciani Moretto e Savoldo e con la pittura di Lorenzo Lotto, fu probabilmente ammirato e studiato da Caravaggio.
Tra le altre opere di Antonio Campi troviamo una Morte della Vergine, una Visita a Santa Caterina in carcere del 1583, al Musèe du Louvre di Parigi Il mistero della Passione, Resurrezione ed Ascensione di Cristo del 1569 (foto), una pala presso l'altare della deposizione nel transetto Nord della cattedrale di Cremona, rappresentante una Pietà con S. Antonio da Padova e S. Facio (1566, foto) e presso la chiesa di S. Maria degli Angeli, a Busseto, la tela con Madonna e Santi francescani (1580 cc).

Artisti contemporanei di CAMPI Antonio

 

E, trattolo giù dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo mise in una tomba scavata nella roccia, dove nessuno era ancora stato deposto.

Luca (23:53)