produzione



LOTTO Lorenzo

Lotto Lorenzo,
(Venezia, 1480 circa – Loreto, 1556/1557) è stato un pittore italiano.

Nel suo testamento del 1546 si dichiara "pictor veneziano de circha anni 66", facendo così risalire la sua nascita al 1480.  Si forma nell'entourage di Giovanni Bellini, come testimoniano le prime notizie risalenti al 1503, quando egli si trovava a Treviso, dove dipinse la sua prima opera, un olio su tavola rappresentante Madonna col Bambino, San Giovannino e San Pietro martire e un donatore, oggi a Napoli, al Museo nazionale di Capodimonte, di impronta ancora belliniana, ma con una luce più nitida; l'opera gli venne commissionata dalla corte del vescovo Bernardo de' Rossi, del quale esegue anche un ritratto (1505, Napoli, Museo nazionale di Capodimonte).

Successivamente, del 1506, si riscontrano nella sua produzione la pala dell'Assunta del Duomo di Asolo e il San Girolamo penitente nel deserto (Parigi, Musée du Louvre) e poi i Paggi del monumento Onigo nella chiesa di San Nicolò a Treviso, la Madonna tra i Santi nella chiesa di Santa Cristina al Tiverone (Treviso), con il Cristo morto sulla lunetta (vedi foto).

Il suo percorso è contrassegnato dal passaggio delle esperienze di una Venezia di fine Quattrocento, intrisa dell'influsso di Antonello da Messina, Alvise Vivarini e suggestionata dall'analitica visione fiamminga, alla nuova impaginazione artistica che la difficile epoca religiosa della prima metà del Cinquecento imponeva nei gusti e nelle committenze; tutto questo passando attraverso gli influssi di Giorgione e del Dürer veneziano; del periodo si riscontrano la Sacra Conversazione della Galleria Borghese di Roma, il Ritratto di giovane con lanterna presso il Kunsthistorisches Museum di Vienna, lo Sposalizio mistico di Santa Caterina conservato nell'Alte Pinakothek a Monaco.

Nel 1509 l'artista compì un importante viaggio a Roma, dove lavorò anche nelle Stanze Vaticane (Raffaello Sanzio), ma con scarso successo; nelle opere successive (come la Deposizione del 1512, presso la Pinacoteca di Jesi (foto)) il suo colore schiarisce e la composizione assume una corsività raffaellesca.   Nel 1513 il pittore si trasferì a Bergamo ove rimase fino al 1526 compiendo viaggi saltuari: tra il 1513-1516 eseguì un olio su tavola con la Madonna e Santi, la pala detta Martinengo perchè uno dei santi raffigurati (sant'Alessandro di Bergamo) pare abbia i tratti somatici di Alessandro Martinengo Colleoni ed è conservata nella chiesa dei Santi Bartolomeo e Stefano, tavola completata nella predella da tre tavolette oggi all'Accademia Carrara. Nel 1515 dipinse il bellissimo Ritratto di Giovanni Agostino della Torre con il figlio Niccolò, un dipinto a olio su tela conservato presso la National Gallery di Londra (l'opera è firmata e datata "L.[aurentius] Lotus P.[inxit] / 1515") e nel 1517 la Susanna e i vecchioni, ora custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze (proveniente dalla Collezione Contini Bonacossi nella stessa città), firmato e datato "Lotus Pictor 1517".

Il 1521 fu per il Lotto un anno molto felice: eseguì le pale per le chiese di San Bernardino e di Santo Spirito a Bergamo, pale che prendono il nome delle chiese in cui risiedono; poi il Commiato di Cristo dalla Madre, conservato nella Gemäldegalerie a Berlino, opera firmata e datata "Laurentjo / Lotto Pictor / 1521"; dell'anno successivo la Vergine con il Bambino e i Santi Girolamo e Nicola da Tolentino della National Gallery di Londra.  Nel 1523 esegue in pagamento per il padrone di casa, Niccolò Borghi, la pala con le Nozze mistiche di Santa Caterina (Bergamo, Accademia Carrara), opera che durante l'occupazione cittadina (1527) fu privata dell'inserto paesaggistico, asportato dalle truppe francesi.  L'attività bergamasca si conclude con la commissione dei cartoni per le tarsie del coro della locale basilica di Santa Maria Maggiore, realizzati tra il 1524 e il 1532 da Giovan Francesco Capoferri.

Incompreso, nel 1525,  dopo oltre 20 anni di assenza, fa ritorno a Venezia presso i domenicani di San Zanipolo (basilica dei Santi Giovanni e Paolo), dove però l’astro nascente di Tiziano, con la sua pittura sensuale e gioiosa, gli preclude i favori della committenza. 

Il 1527 fu alquanto prolifico di opere, dipinse infatti: il Ritratto di un domenicano, probabilmente il padre guardiano del convento, opera oggi conservata ai Musei Civici di Treviso; l'Assunzione di Maria, pala d'altare nella chiesa di Santa Maria Assunta di Celana (BG); il Ritratto di Andrea Odoni, un dipinto a olio su tela, conservato nella Royal Collection di Buckingham Palace, firmato "Laurentius Lotus / 1527"; il Ritratto di gentildonna in vesti di Lucrezia presso la National Gallery di Londra; il Ritratto di giovane gentiluomo, quasi sicuramente un membro della famiglia Rovero di Treviso, visibile presso le Gallerie dell'Accademia di Venezia; l'Annunciazione di Recanati, un dipinto a olio su tela, per alcuni databile al 1534 circa, ma potrebbe risalire al 1527, nel periodo veneziano dell'artista, quando sarebbe stata spedita la tela ed è conservato nel Museo civico Villa Colloredo Mels a Recanati, firmato "L. Lotus", una delle opere più famose dell'artista, in cui il candore e il fervore miracoloso si intrecciano a particolari ambientali ricchi di trepidante intimità.   Tra il 1529 e il 1534 dipinse la grande pala con la Crocifissione (foto) della piccola chiesa di S. Maria in Telusiano nel centro storico di Monte S. Giusto, nel Maceratese, è un dipinto di quasi 5 metri di altezza dotato della cornice in legno dorato originale: un capolavoro nel capolavoro. Iniziata a Venezia, l'opera venne terminata presso il committente, il vescovo Niccolò Bonafede, che vi compare ritratto in contemplazione del gruppo con la Vergine dolente. 

A questi anni appartengono numerose altre opere, tra cui il ritratto de Il vescovo Tommaso Negri, conservato al convento francescano di Poljud (monastero delle paludi) a Spalato in Croazia;  il Cristo e l'adultera (Parigi, Musée du Louvre); il Trionfo della Castità databile intorno al 1530 circa e conservato nella Collezione Rospigliosi Pallavicini di Roma, firmato nell'angolo inferiore destro "Laurentius Lotus", una sua rara rappresentazione di nudo femminile.   Nel 1542 firma e data la pala con L'elemosina di Sant'Antonino per la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia, caratterizzata dalla presenza di un veristico popolo di questuanti.   Ritorna nelle Marche nel 1547 per realizzare la Madonna in gloria e Santi nella chiesa di San Francesco alle Scale di Mogliano (MC), alla quale seguirà un medesimo soggetto per l'omonima chiesa francescana di Ancona. 

Nel 1552 iniziò a frequentare la Basilica della Santa Casa di Loreto, dove si ritira definitivamente nel 1554 quando si fece "oblato", donando all'istituzione tutti i suoi beni e soprattutto sé stesso. Per questo motivo ancor oggi si trova un buon numero di opere di Lotto nel Museo Pontificio della Santa Casa, situato nell'ala occidentale del Palazzo Apostolico di Loreto. Nel 1555 viene pagato per alcuni quadri per il coro della basilica e nel luglio 1557 risulta già morto.

Artisti contemporanei di LOTTO Lorenzo

 

e lo depose nella propria tomba nuova, che aveva fatto scavare nella roccia. Poi, dopo aver rotolato una grande pietra contro l'apertura del sepolcro, se ne andò

Matteo (27:60)