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CAMPI Bernardino

CampiBernardino
(Reggio Emilia, 1520 - Cremona, 1591) è stato un pittore italiano.

Formatosi in area mantovana (suo maestro fu Ippolito, figlio di Lorenzo Costa) e non imparentato con i cremonesi Giulio Campi e Antonio Campi, Bernardino Campi è uno dei più caratteristici esponenti del Manierismo nell'Italia settentrionale.
Il suo esordio cremonese, gli affreschi della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, mostra come i fondamenti della sua arte siano da ricercare nel manierismo lucido, elegante e sofisticato di Parmigianino. Dopo aver affrescato la cappella del Sacramento nella Chiesa di San Fermo e Rustico di Caravaggio, nel 1550 Bernardino Campi si trasferì a Milano alla corte di Ferrante Gonzaga, dove esporta le novità del manierismo in una scuola pittorica ancora attardata nell'imitazione dello stile di Leonardo e Gaudenzio Ferrari.
A Milano si fece conoscere come ritrattista e come facile decoratore, attirando nella sua orbita giovani artisti locali (come Giovan Paolo Lomazzo e Giuseppe Meda) con cui, in un momento successivo, romperà i rapporti. In questi anni milanesi esegue anche diverse pale d'altare, come la Madonna e Santi in Sant'Antonio Abate e quella di San Fedele (entrambe 1565), la Presentazione per la Chiesa Nuova di Caronno Pertusella (eseguita in concomitanza di un ciclo di affreschi di Giovan Paolo Lomazzo, 1565-1566) senza mancare di ottemperare a commissioni cremonesi, come la bella pala con le Sante Cecilia e Caterina per San Sigismondo (1566).   
A Pizzighettone, nella parrocchiale di San Bassiano, lo spazio interno, diviso in tre navate, contiene una splendida Crocifissione affrescata da Bernardino Campi sulla parete di controfacciata.  Di mano di Bernardino Campi e aiuti sono inoltre, l'affresco avente come tema la Decollazione del Battista, nella cappella di San Giuseppe, e i medaglioni con le figure dei profeti posti a scandire la navata Centrale.
A Milano, la famiglia Trivulzio commissionò degli affreschi con Storie della creazione, per la chiesa di Sant'Antonio Abate (ora presso il Castello Sforzesco), e ordinò nel 1565 a Bernardino Campi una tavola raffigurante la Madonna con il Bambino e i santi Paolo, Barbara e Giovannino che ancora oggi si trova su una parete laterale della cappella ora dedicata all'Immacolata (seconda a destra).  
Nel 1566 partecipò al concorso per il Gonfalone di Milano, in concorrenza con l'ormai ex allievo Giuseppe Meda; la vittoria toccò, tra mille polemiche, proprio a quest'ultimo, così come per la commissione delle ante d'organo del Duomo di Milano.  Nel 1570 eseguì l'affresco della cupola della stessa chiesa lavorando contemporaneamente ad un gruppo di tele per il Duomo di Cremona.  Alla parrocchiale di Caravaggio, Bernardino Campi lascia diverse opere, tutte datate 1571, quali S. Luca, L'ultima Cena, L'Annunciazione, S. Giovanni Evangelista, S. Matteo, La Lavanda dei piedi, La deposizione, S. Marco e Gesù e la Samaritana.
Successivamente ai lavori di decoro dell'oratorio certosino di San Colombano al Lambro (che dipendeva dalla Certosa di Pavia), negli anni tra il 1582 e il 1584 Campi lavorò per Vespasiano Gonzaga al Palazzo del Giardino di Sabbioneta.  L’architettura di Sabbioneta e le costruzioni più significative ruotano intorno a due piazze principali: la prima è Piazza d'Armi, altrimenti detta piazza del castello. Difatti, in direzione ovest sorgeva l'antica Roccaforte, oggi completamente distrutta, in cui Vespasiano aveva ricavato la sua villa. In particolare, il palazzo del Giardino, abitazione del principe, detta anche “Casino del Duca”, ha una struttura tipica delle ville suburbane. Si mostra semplice negli esterni, impreziosito soltanto da un cornicione di legno, e fortemente arricchito nell’arredo interno, con stucchi ed affreschi sontuosi, attribuiti al Bernardino Campi ed agli allievi di Giulio Romano  (Camera dei Cesari, Camera di Filemone e Bauci, Camera dei miti).  Dopo Sabbioneta, Bernardino trasferisce il proprio operato a Guastalla, sempre per un altro ramo della famiglia Gonzaga, Ottavio che sposò Cecilia Medici di Melegnano, figlia del marchese Agosto: per questi legami e per tali conoscenze fu probabile che Bernardino Campi avesse anche il lavoro di affrescatura al castello di Melegnano. Tornò poi a Reggio Emilia per affrescare la chiesa di San Prospero.
Dell'autore reggiano, ma di adozione cremonese, troviamo anche un  Ritratto Virile, ora collocato presso la Galleria degli Uffizi di Firenze e presso il Museo Civico di Cremona viene conservato il quadro Presentazione al Tempio, dipinto di altissima qualità per la smagliante cromia e l'ottimo stato di conservazione. 

Artisti contemporanei di CAMPI Bernardino

 

come i capi dei sacerdoti e i nostri magistrati lo hanno fatto condannare a morte e lo hanno crocifisso.

Luca (24:20)